Penso che l'Italia dovrebbe rimodulare il tema "parità di genere" trasformandolo in quello più corretto e meno corrotto "equità di genere": una cosa è partire dal presupposto che esista un solo genere (quello che più si addice alla maglietta nuova) o che tutti i generi abbiano lo stesso impatto sociale (menzogna per demolire le famiglie), ma un'altra cosa è partire dal concetto che sulla base del pacifico riconoscimento dell'esistenza di due generi, maschi e femmine, si voglia legiferare ed agire per compensare le reciproche aree di svantaggio sociale volute dalla Natura sotto forma di differenze complementabili e dal modo in cui nelle realtà di ogni giorno tali differenze vengono interpretate e gestite. Il Canada non è all'altezza di capire questo, ma forse l'Italia, ancora per un po', lo è!